La dipendenza dallo smartphone definita nomofobia, nota anche come “Sindrome da disconnessione” è la paura irrazionale di rimanere senza il proprio cellulare o di non essere raggiungibile tramite la rete mobile (trovarsi in un luogo senza connessione).
Oggi la popolazione mondiale ha superato i 7 miliardi e mezzo. Di questi circa 4,5 miliardi navigano in internet. La metà della popolazione utilizza regolarmente i social media. In Italia, circa il 49,5 milioni naviga in Internet, di questi 35 milioni sono attivi sui social media.
Questa è stata una vera e propria rivoluzione, ma non è semplicemente una rivoluzione tecnologica e neanche solo una rivoluzione culturale, ma una rivoluzione antropologica, che in qualche modo ha cambiato il nostro rapporto con la vita reale e le nostre abitudini.
Poi c’è stato l’avvento dello smartphone, che è stata una rivoluzione nella rivoluzione. Lo smartphone è stato il catalizzatore, quello che ha accelerato queta rivoluzione. Pensiamo, senza andare molto lontano, che nel 2009 soltanto il 15% degli italiani ne possedeva uno. Oggi più del 75% ne possiede uno, ddirittura nella fascia giovanile questo 75% diventa più del 90%. Una connessione, 24 ore su 24 ore al giorno.
Molti italiani non escono di casa se non hanno con loro lo smartphone o addirittura il caricabatterie, per esorcizzare il terrore di rimanere sconnessi dal mondo digitale. Più del 50% degli italiani inizia e chiude la giornata guardando il telefonino. Questa digitalizzazione ha influenzato ogni aspetto della nostra vita quotidiana, generando tantissime opportunità, ma anche tantissimi problemi.
La parola nomofobia acronimo dell’inglese: “no-mobile senza cellullare e phobia”. Il nome stesso di questo disagio può trarre in inganno per la presenza della parola fobia. Infatti la nomofobia è più simile a una forma di dipendenza che a una fobia classica o tradizionale.
Chi soffre di nomofobia non solo teme di essere fisicamente senza il proprio cellulare, ma può anche aver paura di avere la batteria scarica, che il telefonino si possa rompere o di essere senza segnale e quindi senza internet.
In questa situazione, l’individuo può sperimentare pensieri e sentimenti negativi, come ansia, paura e panico. Per evitare sentimenti di angoscia e i sintomi psicofisici tipici dell’ansia, la persona fa tutto il possibile per tenere sempre il telefonino vicino. L’attaccamento ossessivo al cellulare costringe l’individuo a tenerlo acceso 24 ore su 24, quindi anche di notte, generando inevitabili difficoltà nel sonno.
La nomofobia nasconde un profondo bisogno di relazione e di riconoscimento, imperativo esistenziale tipico della generazione degli adolescenti attuali. A fare da regia a queste fobie e a questi timori è dunque il bisogno di rispecchiamento, di sentirsi visti e in contatto con gli altri, per esorcizzare la paura di essere invisibili.
Molti studiosi considerano gli adolescenti i soggetti più a rischio di sviluppare questa nuova forma di disagio psicologico. Ogni momento vuoto o non del tutto pieno diventa un modo per andare online. Succede quando siamo in fila davanti a qualunque sportello, quando siamo in treno o sull’autobus, quando siamo fermi al semaforo.
Fare prevenzione
La prevenzione significa imparare a utilizzare il proprio tempo rendendolo efficace ed efficiente, rispettando sé stessi l’ambiente che ci circonda e le relazioni che viviamo. Significa vivere di più le relazioni dal vivo e meno quelle virtuali. Trasformare lo strumento web e social come un mezzo per l’incontro reale e non per sostituirlo.
Phubbing
La nomofobia, in alcuni casi potrebbe rappresentare una delle cause principali del phubbing, responsabile del deterioramento dei rapporti sociali a causa della tendenza a snobbare l’interlocutore o partner. Inoltre, può comportare effetti molto gravi, andando a inficiare la sfera psicologica, sociale, universitaria o scolastica, lavorativa e individuale.
Gentile visitatrice/visitatore, se desidera avere maggiori informazioni, o chiedere un supporto, può chiamare al 347.0716419, o cliccare su contatti. Ricevo a Ciampino, via Alessandro Guidoni, Roma, zona Castro Pretorio.