Disturbo della comunicazione sociale

Gen 11, 2017

Disturbo della comunicazione sociale

Il DSM-5 introduce una nuova etichetta diagnostica nella categoria delle menomazioni del linguaggio che è il disturbo della comunicazione sociale, allo scopo di provvedere ad una copertura diagnostica per i bambini che presentano solo problemi sociocomunicativi e non comportamenti ripetitivi e stereotipati, come invece avviene quando vi è una diagnosi di disturbo dello spettro autistico.

La diagnosi di disturbo della comunicazione sociale, infatti, richiede la sola presenza di una menomazione del linguaggio pragmatico e una menomazione nell’uso sociale della comunicazione verbale e non verbale, senza la presenza di comportamenti ed interessi rigidi e ripetitivi.

Nello sviluppo del linguaggio distinguiamo infatti due livelli: quello semantico, relativo alla capacità del bambino di apprendere i significati concettuali a cui le parole rimandano e quello pragmatico, relativo all’utilizzo del linguaggio comunicativo verbale e non verbale con finalità e conseguenze pratiche sull’interazione sociale.

I bambini con disturbo della comunicazione sociale, pur potendo apprendere i significati concettuali dietro le parole, almeno nei loro riferimenti più concreti, non riescono a sviluppare un uso sociale di tali espressioni, non riescono cioè ad adeguare il modo di parlare al contesto, a rispettare i turni della conversazione, né a comprendere il ritmo e le intenzioni comunicative del proprio interlocutore.

In altri termini i deficit che caratterizzano il disturbo della comunicazione sociale riguardano:

  • La mancanza di un adeguato uso della comunicazione per scopi sociali, esempio: il bambino non è in grado di parlare per attirare l’attenzione, per suscitare determinate reazioni da parte degli altri o non adegua l’intonazione della voce agli scopi comunicativi.
  • Difficoltà nel comprendere il livello implicito di significato delle comunicazioni altrui e i significati ambigui.
  • Compromissione della capacità di modificare la comunicazione per adeguarla alle necessità dell’interlocutore o ai diversi contesti in cui ci si trova; Difficoltà nel comprendere e rispettare le usuali norme della conversazione (il bambino non rispetta i turni per prendere e dare la parola o non utilizza né decodifica adeguatamente i segnali verbali e non verbali per regolare l'interazione);

Il disturbo della comunicazione sociale, che vede il suo esordio in fasi precoci dello sviluppo, se non adeguatamente diagnosticato e trattato può compromettere notevolmente lo sviluppo di una vita sociale, scolastica e professionale.

L’intervento terapeutico e riabilitativo dev’essere tempestivo, anche in considerazione del fatto che esistono periodi “critici” dello sviluppo infantile deputati all’apprendimento del linguaggio e delle abilità sociali di base, multidisciplinare e multilivello, rivolgendosi non solo individualmente al bambino, ma anche alla famiglia e alla rete sociale di riferimento.

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