Ho voluto inserire la sindrome del jet lag tra i disturbi del sonno, anche se i disagi, come vedremo, sono transitori.
Con il termine di “Jet lag” si indica uno stato di malessere generale, che interessa i viaggiatori che per raggiungere paesi lontani, si spostano in aereo, attraversando in breve tempo molti fusi orari.
Tale sintomatologia è causata dallo sconvolgimento del nostro orologio biologico interno e dalla difficoltà del soggetto ad adattarsi rapidamente al nuovo ciclo luce buio. Il nostro organismo ha ritmi e tempi che mal si adattano con quelli offerti dalle tecnologie e reagisce, in caso di un viaggio in aereo di parecchie ore con la cosiddetta sindrome da jet lag.
Le conseguenze possono essere: difficoltà di addormentamento, frequenti risvegli notturni, risveglio mattutino anticipato, sonnolenza diurna, riduzione del rendimento fisico e intellettivo, inappetenza, nausea, disturbi intestinali, nervosismo.
Per ristabilire gli orari individuali con quelli della nuova località, occorrono in genere tempi discretamente lunghi lunghi, che ovviamente variano da individuo a individuo.
L’inensità e la durata del jet lag
L’intensità dei disturbi e la durata del jet lag dipendono da molte variabili: età del soggetto, numero di fusi che vengono attraversati. Si stima indicativamente, che per ogni fuso orario, ci voglia almeno un giorno per recuperare.
Altra cosa importante, che incide sulla sintomatologia della sindrome dei fusi orari è la direzione del viaggio. E’ risaputo, che i viaggi verso est tendono più frequentemente a indurre tale sindrome.
Questo deriva dal fatto, che il nostro organismo è più sensibile a un allungamento del fotoperiodo piuttosto, che a un suo accorciamento. In breve, i viaggi verso est determinano un allungamento della giornata che sono meno tollerati rispetto ai viaggi verso ovest, che invece determinano una riduzione della giornata.
Così nella maaggioranza dei casi i sintomi sono di breve durata con risoluzione spontanea in 2-3 giorni dall’arrivo nella nuova destinazione. Essi possono tuttavia perdurare anche per 7-8 giorni, se il salto di fusi orari è stato cospicuo (8-12 ore).
Il jet lag non può essere prevenuto, ma ci sono dei piccoli accorgimenti, che possono migliorare i suoi effetti, come l’esposizione alla luce.
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