Nel 1951 un medico inglese, R. Asher, coniò il termine “Sindrome di Munchausen” per denominare quei pazienti che tendevano a falsificare i loro sintomi, al punto da ingannare i medici, per essere ospedalizzati e ricevere le cure.
La sindrome di Munchausen è chiamata così dall’omonimo barone, che dopo aver combattuto nell’esercito russo contro i turchi, passò gli anni successivi a raccontare ai suoi amici storie e avventure fantastiche a cui diceva di aver partecipato come protagonista. Uno dei suoi amici, Rudolph Eric Raspe, raccolse e scrisse le sue storie nell’opuscolo “Narrazione del barone Munchausen dei suoi meravigliosi viaggi e campagne in Russia”.
Tra le tante avventure, del barone di Munchausen, una delle più note inizia in questo modo: “Un’altra volta affrontai una palude, che a prima vista non mi era parsa tanto larga come quando fui a metà del salto. Perciò librandomi in aria, invertii la direzione verso il punto da cui ero venuto, per prendere una rincorsa più lunga. Ciononostante anche il secondo salto fu troppo breve e caddi dentro fino al collo nel fango, a poca distanza dall’altra riva. Senza fallo vi sarei dovuto morire, se la forza del mio braccio, afferrandomi per il codino, non mi avesse estratto dalla melma assieme al cavallo, che stringevo forte tra le ginocchia”.
Un disturbo fittizio provocato a sé
Nel DSM 5, la sindrome di Munchausen è definita “Un disturbo fittizio provocato a sé”. Per fittizio si intende qualcosa di artificioso.
I sintomi più comuni della sindrome di Munchausen comprendono:
- Simulazione di sintomi: le persone con questa sindrome possono inventare o esagerare sintomi fisici o psicologici, spesso in modo convincente, prediligendo sintomi difficilmente dimostrabili o documentabili.
- Visite mediche frequenti: possono consultare ripetutamente diversi medici e strutture mediche in cerca di diagnosi e trattamenti.
- Autolesioni:possono provocarsi lesioni fisiche o ingerire sostanze dannose o abbondanti dosi di farmaci per simulare una malattia.
- Resistenza alla smentita: nonostante prove mediche che dimostrano l’assenza di malattia, le persone con questa sindrome possono resistere e negare la realtà.
- Racconti grandiosi: riportano di essere continuamente al centro di esperienze di vita drammatiche riguardanti loro stessi o parenti stretti. Si iscrivono a gruppi di supporto riservati a persone affette da patologie gravi e vi partecipano, come se la condizione li riguardasse in prima persona.
Gentile visitatrice/visitatore, se desidera avere maggiori informazioni, o chiedere un supporto, può chiamare al 347.0716419, o cliccare su contatti. Ricevo a Ciampino, via Alessandro Guidoni, Roma, zona Castro Pretorio.