Ipnosi da palcoscenico
Differenza tra ipnosi terapeutica e ipnosi da palcoscenico
L’ipnosi da palcoscenico esiste davvero o è una finzione? In molti mi fanno questa domanda e io solitamente rispondo che è tutto vero, tranne in qualche caso. Voglio fare una premessa, sono uno psicoterapeuta e non faccio ipnosi da spettacolo.
L’ipnosi continua a confondere le persone, che non riescono a comprendere come possa essere utilizzata in scadenti numeri da palcoscenico, e nello stesso tempo essere presa in seria considerazione da ricercatori e clinici per fini terapeutici.
Quindi, caro lettore lettrice, l’ipnosi da palcoscenico esiste davvero. I soggetti chiamati sul palco vanno effettivamente in ipnosi. Chi pratica l‘ipnosi da palcoscenico è molto abile nell’indurre la trance, ma poco capace di comprendere e gestire la dimensione relazionale, che ne consegue.
In questo tipo di ipnosi non è importante sapere cosa succede sul palco in quell’istante, ma quello che accade prima. Cioè come sono scelti i soggetti che si prestano a salire sul palco. La cosa più importante è saper scegliere i soggetti.
Coloro che salgono sul palco non vengono scelti in un modo casuale. In realtà si tratta di persone, che in qualche modo danno segnali di un profondo coinvolgimento emozionale inconscio.
L’ipnotista dopo aver fatta questa selezione, invita i volontari a salire sul palco, sottoponendoli nuovamente a delle piccole prove di obbedienze. Ovviamente poco visibili, come togliersi la giacca o rimboccarsi le maniche. Chi non esegue questi ordini è invitato a tornare tra il pubblico, invece chi si adegua resta.
L’esperto ipnotista, in questo modo, si assicura che lo spettacolo si svolga senza il rischio che qualcuno non entri in ipnosi o, non esegua quanto gli venga chiesto.
Ma se è tutto vero dov’è la differenza?
L’ipnosi non è da considerarsi alla maniera della corrente elettrica, che per essere utilizzata non ha bisogno della conoscenza dei suoi fondamenti: è sufficiente premere il dito sull’interruttore. Ne sanno qualcosa gli ipnotisti da palcoscenico, abili nell’indurre la trance, ma assolutamente incapaci di comprendere e di gestire la dimensione relazionale che ne deriva. L’ipnosi clinica fa qualcosa di diverso: si relaziona con l’altro, sente quello che accade, rispetta il pensiero altrui, attende, ascolta, condivide.
Inoltre, nel lavoro terapeutico l’inconscio del soggetto è libero di compiere il suo lavoro per i propri scopi, nell’ipnosi da palcoscenico, l’inconscio è utilizzato per fare spettacolo e divertire il pubblico. In breve, nel lavoro terapeutico il potere è assegnato all’inconscio del paziente, nell’ipnosi da palcoscenico il potere è utilizzato al servizio dell’ipnotista.
L’ipnosi terapeutica è da intendersi più come una grande opera ingegneristica, che per essere realizzata ha bisogno delle conoscenze di fisica e di meccanica. L’ipnosi da palcoscenico, non ha nessun effetto terapeutico, ma è semplicemente uno spettacolo il cui unico scopo è quello di divertire e trattenere il pubblico, con dei soggetti in trance al posto degli attori.
Può essere appropriato per gli scopi dell’ipnotista da teatro scegliere dei soggetti, che obbediranno ai comandi diretti, ma nell’ipnosi clinica, dove si lavora con tutti i tipi di soggetti, si osserva accuratamente la tendenza naturale di ogni individuo. Questo spiega in gran parte il notevole sforzo che comporta diventare competenti nell’uso dell’ipnosi, identificare e rispondere agli attributi unici di ogni individuo è molto impegnativo che adottare un approccio che segue un copione valido per tutti.
Gentile visitatore visitatrice, se desidera avere maggiori informazioni sull’ipnosi da palcoscenico o chiedere un supporto, può chiamare al 347.0716419, o cliccare su contatti. Ricevo appuntamento a Ciampino, via Alessandro Guidoni, Roma, zona Castro Pretorio.