In questo articolo affronto il tema dei risvolti negativi che può avere un’educazione iperprotettiva nei confronti dei figli, sia durante l’infanzia, che durante l’adolescenza.
Con questo tipo di educazione mi riferisco a uno stile educativo caratterizzato nel percepire pericoli ovunque. Percepire i figli non in grado di fronteggiare i nuovi compiti evolutivi.
Tra i compiti, sicuramente non semplici, che i genitori devono portare avanti, c’è quello di permettere o meglio aiutare il figlio a staccarsi da loro. Questo serve a renderlo indipendente e autonomo.
L’adolescente da un lato vuole essere accolto, tenuto vicino capito e rispecchiato nel dolore, ma nello stesso tempo ha la necessita di essere riconosciuto anche come persona autonoma. In grado di attingere a un serbatoio di risorse interne, che lo rendano in grado di crescere, uscire dall’abisso della crisi, anche grazie alle proprie forze.
I genitori iperprotettivi, solitamente percepiscono i figli come soggetti fragili da proteggere e aiutare. Il genitore iperprotettivo è ansiosamente presente, si sostituisce, aiuta, intima allarmi vari. Ha paura per l’incolumità dei figli e lo trasmette trasmette.
Freud a tal proposito affermava che i traumi hanno la funzione di mettere alla prova l’Io, perché stimolano nell’individuo la capacità di fronteggiarli. i bambini e gli adolescenti , hanno notevoli risorse e potenzialità, sta a noi nel non neutralizzarle con la nostra ansia.
L’educazione iperprotettiva anche se nell’immediato può avere effetti benefici, alla lunga non fa altro che rendere i figli ancora più fragili e quindi bisognosi di protezione. In breve si viene a formare un circolo vizioso. I comportamenti iperprotettivi dei genitori sembrano aiutare i figli, mentre in realtà non fanno altro che confermare le loro incapacità di fronteggiare le situazioni nuove o minacciose.
Il neurobiologo Jay Giedd afferma che l’adolescente è una persona che ha un motore potente che non è in grado di guidare, quindi è importante che i genitori facciano da guida, ma che sia una guida discreta e consapevole. Cercare di interferire, indirizzare o persino prevenirla può creare più problemi di quanti ne possa risolvere.
Questo clima educativo avrà alla lunga l’effetto di produrre insicurezza, ansia generalizzata, senso continuo di allarme nei confronti di stimoli provenienti sia dall’ambiente esterno, che dall’ambiente interno. È infatti ormai ampiamente dimostrata la correlazione tra pattern educativi iperprotettivi e genesi di disturbi fobici ansiosi.
Disturbi fobici ossessivi
Per disturbi fobici ansiosi si fa riferimento a patologie come agorafobia, attacchi di panico, fissazioni compulsive e ipocondria. In questi disturbi solitamente le persone che ne soffrono mettono in atto una serie di comportamenti disfunzionali (tentata soluzione). Queste ultime se nell’immediato possono eliminare l’ansia, o evitare di avere un attacco di panico, a lungo andare non fanno altro che mantenere il problema, o addirittura peggiorarlo.
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