Stress e personalità  di tipo “A”

Set 14, 2020

Chi possiede una personalità di tipo “A” ha una predisposizione maggiore a sviluppare stress. Esistono tratti di personalità che predispongono allo stress e di conseguenza alla malattia organica?

Particolari tratti di personalità rivestono un ruolo importantissimo nel modulare la gestione dello stress. Questo ha la conseguenza di esporre gli individui a un alto numero di situazioni stressanti, con conseguenze dannose per la salute.

Numerose sono, infatti, gli studi che in maniera inequivocabile hanno evidenziato una stretta correlazione tra personalità di tipo “A” e il rischio di malattie coronariche. Infatti, oltre alla pressione sanguigna, i livelli di colesterolo, il fumo, la personalità dell’individuo pare essere cruciale nel determinare le sue possibilità di andare incontro a malattie cardiovascolari.

Friedman e Rosenman, già verso la fine degli anni 50 del secolo scorso, avevano osservato dei comportamenti simili in molti pazienti con problemi cardiaci.

Coloro che possiedono una personalità di tipo “A” hanno una particolare e tipica configurazione comportamentale contraddistinta dai seguenti pattern:

  • Continuamente tesi e impegnati a raggiungere determinati obiettivi;
  • Molto ambiziosi e competitivi, sempre alla ricerca di successo e di approvazione sociale;
  • Eccessivamente coinvolti nel lavoro, col desiderio persistente di ricevere riconoscimenti e avanzamenti di carriera;
  • Sempre coinvolti in più attività e sempre di fretta,
  • Costantemente schiacciati dal tempo e dalle scadenze.

Contrapposto a questo modello comportamentale abbiamo il modello comportamentale di tipo “B”, dove il rischio di malattie cardiovascolari è molto più basso rispetto a coloro che, invece presentano una modalità comportamentale di tipo “A”.

Il trattamento psicologico

Dire a un individuo con una personalità di tipo “A” di rallentare le sue attività, il più delle volte non serve a molto, perché appena torna nel suo contesto abituale, le persone della sua famiglia lo metteranno di nuovo nel suo ruolo. Dal punto di vista dell’interazione familiare, si potrebbe ipotizzare, che questo individuo per continuare a mettere in atto il suo comportamento ha bisogno di un rinforzo, e che questo rinforzo è dato dalla sua famiglia e dalle persone a lui vicine.

L’individuo predisposto alle malattie cardiovascolari è considerato dai familiari come l’elemento che si occupa di tutto. Le responsabilità familiari, le decisioni, e altre cose sono spesso delegate a questi individui, che si sentono in dovere di accettarle. E’ così, che in maniera del tutto involontario i parenti possono condurre il soggetto verso la malattia.

Il trattamento psicologico ha bisogno di considerare l’individuo inserito in un contesto, quindi è importante assumere un’ottica familiare e non vedere le persone come monadi.

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