Come si può comprendere questo tipo di soluzione retroagisce sul problema complicandolo. Ancora, la forte paura della sintomatologia porta le persone a chiedere continuamente aiuto e a creare intorno a loro una fitta rete di individui pronti ad intervenire in stato di necessità. È facile capire come questa condizione porti a un graduale aggravamento del disagio.
Il trattamento terapeutico strategico
Secondo l’approccio strategico i problemi psicologici di questo tipo, non appaiono il prodotto di una specifica causa, ma il frutto di complesse retroazioni tra soggetto e realtà, innescate da un evento, che spesso non ha niente a che fare con la sintomatologia. Conseguentemente le tentaste soluzioni rappresentano il mantenimento della rigidità del sistema percettivo-reattivo disfunzionale del soggetto, venutosi a creare con lo sviluppo del disturbo (Nardone, 1993).
Ci si potrebbe chiedere cosa può fare insistere un individuo nell’utilizzo di soluzioni che non appaiono vantaggiose? In realtà la risposta è duplice. Da una parte, secondo la visione costruttivista, l’essere consapevoli di qualche cosa non sempre comporta l’essere capaci di fare quella cosa. In secondo luogo, le tentate soluzioni hanno un effetto di momentanea riduzione del sintomo e di senso di protezione. Funzionano prima di tutto come metodo per sfuggire alla paura e, seppur senza effetti a lungo termine, sono utili in quel momento per il soggetto spaventato (Skorianec).
Il trattamento consiste nel bloccare tutto quello che ha una persona ha fatto fino a quel momento per risolvere il suo problema, sono proprio queste tentate soluzioni, che più che risolvere il disagio lo mantengono o addirittura lo peggiorano. Il terapeuta strategico porta il cliente ad allontanarsi da ciò che è logico è istintivo fare in situazioni dove è comprensibilmente spaventato. Aiutare a superare o affrontare le paure in modo che i suoi consueti sforzi possano essere indirizzati diversamente.