La paura

Mar 17, 2025

Bertrand Russel notava: “Una volta che una persona crede o sente che qualcosa sia vero, indipendentemente dal fatto che lo sia oppure no, agirà come se lo fosse”

Che cos’è la paura? Secondo il vocabolario Zingarelli della lingua italiana, “La paura è un intenso turbamento misto a preoccupazione e inquietudine per qualcosa di reale o di immaginario che è o sembra atto a produrre gravi danni o a costituire un pericolo attuale o futuro”.

La paura è una delle esperienze più comuni, quindi è presente in tutti gli esseri umani. E’ una emozione primaria che ci avverte quando siamo in pericolo, ma per essere attivata non è necessario, che questo pericolo sia reale o fisicamente presente. Questo è l’aspetto che più ci interessa dal punto di vista psicologico.

Questa emozione è un potente sistema di difesa, che ha la funzione di attivare e mettere in moto l’organismo. La paura prepara l’organismo a scappare o a lottare, ci avverte che siamo in pericolo. La mente e e il corpo non sono entità separate, quindi quando proviamo paura, tutto il nostro sistema è coinvolto e va in allarme.

La paura è una forma di comunicazione con l’esterno e con se stessi: perché informa la persona e chi lo osserva rispetto a quello che sta accadendo.

Le emozioni a valenza negativa

Le emozioni a valenza negative tracciano nelle nostre memorie, ricordi più duraturi rispetto a quelli tracciati dalle emozioni positive. Questo porta a ricordare per un tempo più lungo le esperienze legate alle emozioni della paura, che quelle legate alla gioia. In breve, ricordiamo più a lungo le cose che ci hanno fatto paura rispetto a quelle che ci fanno stare bene. Avviene questo perché la paura rimane ben scritta nella nostra memoria per proteggerci. Solo in questo modo possiamo riconoscere ed evitare in futuro ciò che ci nuoce e ci mette in pericolo.

Il cervello umano è un insieme di parti antiche (paleoncefalo) e di parte nuove (telencefalo). Quindi, abbiamo delle parti antiche che condividiamo con molti animali e che presiedono alle parti più istintuali, più emotive, più reattive, più immediate e poi abbiamo le parti corticali che presiedono al ragionamento, al linguaggio, all’immaginazione. Cosa importante da sottolineare è che non dobbiamo pensare che siano parti separate, ma in realtà sono tutte collegate.

La paura ha sede nel paleoncefalo, ossia la parte più antica del cervello, quindi, non è sotto il nostro controllo cosciente. Questo significa che si attiva automaticamente indipendentemente dalla nostra volontà.

Per sopravvivere è importante sapere in pochi istanti se uno stimolo ci nuoce oppure no. Se ci mette in pericolo o meno, se dobbiamo prepararci a scappare oppure se possiamo rimanere. È soltanto dopo questa rapida stima che l’informazione viene valutata in maniera più lenta, approfondita e completa. L’emozione della paura è necessaria all’uomo perché attiva l’organismo e predispone l’individuo a fronteggiare una situazione eccezionale. Talvolta è rapidissima e ci permette di reagire a uno stimolo minaccioso in pochi millesimi di secondo.

Il trattamento della paura

Per attivare una risposta di paura non è necessario che la minaccia sia reale o fisicamente presente. È sufficiente che lo stimolo venga percepito dalla persona come minaccioso. Il solo pensiero di una potenziale minaccia è in grado di generare paura.

L’approccio strategico aiuta a superare o affrontare le paure in modo  che i consueti sforzi messi in campo per lottare contro questa emozione possano essere indirizzati diversamente. In altri termini, il terapeuta strategico attraverso una serie di strategie porta la persona ad allontanarsi da ciò che è logico e istintivo fare in situazioni in cui è comprensibilmente spaventato. Il trattamento della paura consiste nel mettere fine a tutti quei comportamenti disfunzionali, tentate soluzioni, che più che risolvere il problema lo mantengono o addirittura lo peggiorano

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