Sessualità e il centopiedi
Sessualità e il centopiedi. Ho voluto intitolare così questo articolo perché la nostra sessualità funziona esattamente come la storia del 100 piedi.
Per chi non la conosce questa storia comincia in questo modo: un giorno una formica incontra un centopiedi, incuriosita gli domanda: “Mi sono sempre chiesta, come fate voi centopiedi a muovere in perfetta sincronia tutte e 100 le gambe insieme”.
Il centopiedi rispose: “Sai che non ho mai pensato, in realtà non so come faccio, viene da sé”.
Detto questo si salutarono e ognuno continuò per la sua strada.
Ormai però il tarlo si era insinuato nella testa del povero centopiedi che iniziò a ragionare su come riuscisse a muovere le gambe. Cercando di controllare coscientemente ciò che prima gli veniva naturale, iniziò a inciampare sulle proprie zampe, proprio perché erano talmente tante che non riusciva a comandarle una a una pensandoci.
Lo stesso accade a noi quando cerchiamo di controllare ciò che non è controllabile, con il risultato di perdere completamente il controllo. Nel caso delle disfunzioni sessuali avviene proprio questo meccanismo, col risultato di ottenere proprio quello che si voleva evitare.
Se per esempio sto scendendo velocemente le scale e presto attenzione all’ordine con cui si muovono la destra e la sinistra, è più facile che mi troverò a gambe all’aria. La gran parte della nostra vita mentale mentale in realtà non è consapevole. In questi ultimi decenni le scienze cognitive della neuroscienza hanno riscoperto l’inconscio, ma non quello freudiano, per capirci quello delle pulsioni o del materiale rimosso, ma l’inconscio cognitivo. la gran parte della nostra attività mentale è a noi sconosciuta, sommersa. Solo di una piccola porzione, abbiamo consapevolezza. La mente è un pò come un coniuge è sempre l’ultima a saperla.
Gentile visitatore, è importante sapere che chiunque può incorrere nell’ansia da prestazione, ma è importante anche non drammatizzare, perché il più delle volte poche sedute possono eliminare il problema.
Il trattamento
Rifacendomi all’approccio cibernetico (Keeney, 1985) è possibile spiegare come la persistenza di un problema, sia causata molto spesso dalle tentate soluzioni per risolvere il problema stesso.
La terapia strategica parte dall’assunto che è proprio ciò che facciamo per eliminare un problema, quello che paradossalmente lo mantiene. Quindi per neutralizzare il disagio, non bisogna fare altro che smettere di lottare contro il sintomo. Detto in questo modo potrebbe risultare molto semplice, ma non sempre è facile non fare nulla.
Proprio per questo lo psicoterapeuta è impossesso di una serie di strategie, che hanno lo scopo di interrompere le tentate soluzioni, che più che risolvere il problema lo mantengono o addirittura lo peggiorano.
Se desidera avere maggiori informazioni o chiedere un supporto, può chiamare al 347.0716419, o cliccare su contatti. Ricevo a Ciampino, via Alessandro Guidoni, e Roma, zona Castro Pretorio.