Vincere il disturbo ossessivo compulsivo
Ho voluto intitolare questo breve articolo “Vincere il disturbo ossessivo compulsivo” per incoraggiare e motivare le persone che ne soffrono ad affrontare il problema.
Fino a non molti anni fa vi era la convinzione che il DOC fosse difficile da curare. La buona notizia è che, in questi ultimi anni, per quanto riguarda il trattamento del DOC, sono stati fatti notevoli progressi.
Come qualunque disturbo di natura psicologica, anche il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) ha i suoi vantaggi secondari. Per questo motivo chi ne soffre ha una scarsa o altalenante motivazione a cambiare. Molta gente ha purtroppo adattato la propria vita al problema, costringendo i propri familiari a fare lo stesso.
Coloro che hanno già fatto uno o più tentativi terapeutici non positivi, è bene che non si rassegnino a convivere con questa problematica. La mancanza di risultati, infatti, è dovuto probabilmente più al fatto che non sono riusciti a trovare un bravo psicoterapeuta.
La psicoterapia strategica si è rivelata tra le più efficaci per quanto riguarda il DOC.
La psicoterapia breve ad approccio strategico comprende tecniche specifiche mirate a ridurre la frequenza e l’intrusività dei pensieri ossessivi e a evitare la messa in atto degli eventuali cerimoniali di rassicurazione.
Per condurre il paziente ad abbandonare il disturbo ossessivo compulsivo si utilizzano stratagemmi comportamentali e una comunicazione persuasiva che trae fondamento anche dall’ipnosi ericksoniana.
La strategia è confezionata su misura del paziente, dopo aver ascoltato attentamente la storia del come si è formato il sintomo, e su quali sono le soluzioni che sono state adottate dal paziente per combattere questa problematica.
Il più delle volte sono proprio queste soluzioni, che invece di risolvere il problema lo cronicizzano. Allora lo scopo della terapia è semplicemente quello di spezzare il circolo vizioso che mantiene in piedi il disturbo ossessivo compulsivo.
Lottare contro l’impulso e il pensiero ossessivo è la caratteristica principale di questa problematica. Infatti, si cerca di combattere o di non pensare ai pensieri che ci fanno stare male. Il paradosso della compulsione è che più cerco di avere un controllo sui pensieri, immagini, impulsi intrusivi e sgradevoli più li vado ad alimentare,
Trattamento
Per meglio comprendere come funziona il disturbo ossessivo compulsivo e come si può curare è bene che racconti questa breve e simpatica storiella:
Una moglie molto giovane prima di morire, fa promettere al marito che non si innamorerà mai di un’altra donna. Se non rispetterà quanto promesso, lei ritornerà nelle vesti di fantasma e gli procurerà tanti guai.
Il marito giura senza problemi, ma dopo qualche mese si innamora di un’altra donna. Subito dopo un fantasma, dalle apparenze femminili, comincia a tormentarlo ogni notte, accusandolo di aver rotto il solenne giuramento.
Il fantasma non solo conosce esattamente tutto quello che c’è la tra lui e la sua amata, ma conosce anche i suoi sentimenti, le sue speranze e i suoi pensieri più nascosti.
La situazione diventa intollerabile e causa gravi problemi alla nuova relazione. Così l’uomo decide di consultare un maestro Zen.
Questo maestro comprende, che non ha molto senso perdere tempo a convincere l’uomo, che tutto si svolge nella sua testa, che non ci sono fantasmi, e così via.
Il maestro gli consiglia, invece, di attendere la prossima apparizione del fantasma, impugnare una manciata di semi di soia e poi chiedere quanti semi ha in mano.
L’uomo fa quanto gli è stato detto e quando il fantasma gli appare, le chiede: “visto che sai tutto, dimmi quanti semi ho nella mia mano”. Non c’era più alcun fantasma a rispondere a questa domanda.
Il trattamento del disturbo ossessivo compulsivo consiste soprattutto nel dare prescrizioni specifiche (prescrizioni del sintomo, del comportamento e del paradosso) per condurre il paziente a utilizzare le proprie risorse e i propri strumenti in maniera diversa e costruttiva.
In sintesi, l’obiettivo specifico della psicoterapia strategica è dare fiducia, mentre l’obiettivo generale è fare in modo che l’altro si aiuti da solo.
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