Di meglio in peggio
L’autoprotezione non ci aiuta a vincere l’ansia, ma la peggiora. Quando noi cerchiamo di evitare l’ansia o la paura evitando le situazioni che ci spaventano, non facciamo altro che peggiorare le nostre ansie. Con questo voglio semplicemente sottolineare, che sono proprio i tentativi persistenti di autoproteggerci, che inconsapevolmente mantengono e peggiorano i sintomi.
La psicoterapia strategica spiega tutto questo, partendo dall’assunto che l’interazione tra un problema e quello che si fa per risolverlo (tentate soluzioni), costituisce un ciclo che si autoalimenta. Quindi, facendo riferimento all’approccio cibernetico (Keeney, 1985) si può spiegare la resistenza, la persistenza di un problema, proprio partendo da quello che facciamo per risolverlo.
Cercherò di essere più chiaro, aiutandomi con qualche esempio: una persona che ha paura di sentirsi male fuori di casa, eviterà di uscire il meno possibile da sola e sarà portata a cercare compagnia anche dentro casa, per evitare possibili sintomi. Facendo in questo modo arriverà paradossalmente a evitare quasi tutto. Questa condizione, paradossalmente, porterà, però a un aumento delle situazioni di paura, perché il concentrarsi a evitare ogni minimo allontanamento o momento di solitudine, creerà sempre più ansia.
Ma cos’è che porta un individuo a mettere in atto comportamenti disfunzionali? La forte paura di provare i sintomi induce le persone a chiedere continuamente aiuto e a creare intorno a sé una fitta rete di individui pronti a intervenire in stato di necessità.
Sicuramente le tentate soluzioni hanno un effetto di momentanea riduzione del sintomo e danno un senso di protezione. Sono comportamenti, che funzionano prima di tutto come un modo per sfuggire alla paura. Sono utili in quel momento per il soggetto, comprensibilmente, spaventato, sebbene non abbiano effetti a lungo termine. Rimanere fedeli alle proprie tentate soluzioni sembra l’unica cosa ragionevole da fare.
Da questa prospettiva i disagi mentali, non sono determinati da una specifica causa, ma la conseguenza di complesse retroazioni tra soggetto e realtà, avviate da un evento, che spesso non ha niente a che fare con la sintomatologia.
L’intervento psicologico
L’intervento psicologico ha l’obiettivo di interrompere il circolo vizioso, che mantiene il problema o addirittura lo peggiora. Aitando la persona a dirigere i propri sforzi per combattere le sue ansie e le sue paure, in modo che possano essere indirizzate diversamente.
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