I disturbi parafiliaci

Nov 13, 2021

I disturbi parafiliaci

Che differenza c’è tra le parafilie e i disturbi parafiliaci? Parafilia non è sinonimo di disturbo. Il DSM-5 afferma, che una parafilia diventa un disturbo parafilico solo quando causa disagio significativo all’individuo o quando danneggia o rischia di danneggiare altre persone.

Molto spesso possono essere coinvolte persone non consenzienti, come i bambini, nel caso della pedofilia. Infatti, quest’ultima è sempre considerata un disturbo parafilico a causa del danno inevitabile che comporta per i bambini coinvolti. Tuttavia, un feticismo può non essere considerato un disturbo a meno che non causi un significativo disagio o disfunzione per l’individuo.

Il termine “parafilia” ancora oggi è utilizzato poco. Il suo utilizzo è limitato essenzialmente a un contesto di tipo clinico-scientifico-forense, mentre si continua a utilizzare il termine “perversione” per indicare un comportamento sessuale definito aberrante o ritenuto socialmente ed eticamente scorretto.

I disturbi parafiliaci, come dicevo, per considerarsi tali, devono causare un profondo disagio in chi li manifesta. Le emozioni più frequenti sono il senso di colpa, la vergogna o un umore negativo. Inoltre espongono a situazioni rischiose la persona o i partner coinvolti nell’atto sessuale. Viceversa nelle parafilie tutto questo non c’è.

I disturbi parafiliaci comprendono: il disturbo esibizionistico, il disturbo feticistico, il disturbo , il disturbo frotteuristico, il disturbo da masochismo sessuale, il disturbo da sadismo sessuale, il disturbo da travestitismo e il disturbo voyeuristico.

Infine, va sottolineato che questa lista non è esaustiva e che la sessualità umana è complessa e variabile. Ogni individuo ha diritto al rispetto e alla comprensione, a prescindere dalla natura dei propri interessi sessuali, purché questi siano consensuali e non causino danno a terzi.

Per curare i disturbi parafiliaci, nel corso degli anni, i medici e gli psichiatri hanno applicato diverse strategie, alcune delle quali sono state abbondonate del tutto, come l’elettroshock.

Altre più moderne come quelle psicofarmacologiche (psicofarmaci o ormoni) vengono ancora utilizzate. L’obiettivo è di ridurre la sintomatologia ansiosa della parafilia. In questo modo si cerca di diminuire il desiderio sessuale o di ottenere la “castrazione chimica“, per evitare che il soggetto possa mettere in atto ancora il comportamento parafiliaco.

Nuovi e più efficaci interventi terapeutici, oggi finalmente stanno sostituendo l’utilizzo di farmaci, per ridurre le tensioni interne all’individuo. Infatti, sono queste ultime, che spingono le persone a mettere in atto determinati comportamenti, a cui seguono sensi di colpa, mancanza di autostima e via dicendo.

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