Attacchi di panico con agorafobia

Feb 12, 2023

Agorafobia con attacchi di panico: l’agorafobia può essere accompagnata spesso da attacchi di panico. Come possiamo immaginare questo porta ad avere un’esistenza totalmente condizionata e limitata. Solitamente si è sempre concentrati nell’ascolto del proprio corpo, nel tentativo di controllare le proprie spontane reazioni fisiche. La preoccupazione principale è il tentativo di ridurre le sensazioni ritenute pericolose o minacciose.

Quasi sempre i soggetti che soffrono di attacchi di panico con agorafobia cercano di affrontare il loro problema con l’aiuto della compagna o compagno o amici. Inoltre pianificano la loro vita in modo da non esporsi alle situazioni pericolose. Si evita di guidare in autostrada, di fare gallerie, ponti, prendere aerei, treni ascensori. Inoltre, si evita di frequentare spazi aperti e affollati, luoghi chiusi e piccoli come gli ascensori e a non uscire di casa, se non accompagnati. Questo li porta a condurre un’esistenza protetta e limitata.

Quello che non si conosce o non si sa è, che sono proprio questi tentativi per evitare gli attacchi di panico, che innescano quello che si vuole scongiurare a tutti i costi e cioè il panico.

Ma come dicevo sopra sono proprio queste tentate soluzioni che fanno sì che gli attacchi di panico e l’agorafobia non solo continuano a essere presenti, ma anche a peggiorare. In altre parole, i sintomi tipici di questa esperienza terrificante si aggravano e persistono proprio in virtù di quello che si fa per tentare di risolverli.

Il trattamento

La psicoterapia strategica partendo dall’assunto che l’interazione tra un problema e quello che si fa per risolverlo, costituisce un ciclo che si autoalimenta. Quindi, facendo riferimento all’approccio cibernetico (Keeney, 1985) è possibile spiegare la resistenza, la persistenza di un problema, è dovuto proprio a quello che facciamo per risolverlo. Faccio un esempio: una persona che ha paura di sentirsi male fuori di casa, cercherà di uscire il meno possibile da sola, per evitare possibili sintomi e sarà, conseguentemente, portata a cercare compagnia anche dentro casa. Si arriverà alla fine ad evitare quasi tutto. Questa condizione, paradossalmente, porterà, però a un aumento delle situazioni di paura, perché il concentrarsi a evitare ogni minimo allontanamento o momento di solitudine, creerà il panico.

Come possiamo ben capire questo tipo di soluzione retroagisce sul problema complicandolo. Ancora, la forte paura della sintomatologia porta le persone a chiedere continuamente aiuto e a creare intorno a sé una fitta rete di individui pronti a intervenire in stato di necessità. È facile comprendere come questa patologizzazione della situazione porti a un graduale peggioramento del problema, perché aiutando qualcuno, pur con le buone intenzioni, si comunica implicitamente che lo si reputa “malato”.

Gli interventi devono quindi bloccare questi comportamenti disfunzionali (tentate soluzioni) e consentire al sistema di risanarsi da solo.

Gentile  visitatrice visitatore se desidera avere maggiori informazioni o chiedere un supporto può chiamare al 347 0716419 o cliccare su contatti. Ricevo su appuntamento a Ciampino, via Alessandro Guidoni, Roma, zona Castro Pretorio.

 

 

 

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