L’ossessione di essere omosessuale e trattamento è l’argomento di questo breve articolo. Inizio, dicendo che ci sono persone che non hanno né rituali mentali né compulsioni, ma solo pensieri ossessivi.
“Se ho guardato quel ragazzo significa che forse sono omosessuale”? Il dubbio li porta a mettere in discussione il proprio orientamento sessuale. Chi ha l’ossessione di essere omosessuale ha la tendenza a riguardare il passato per trovare elementi che possano confermare il suo esser gay o lesbica.
L’ansia, la paura, portano la persona a chiedersi continuamente se è gay oppure no. Il soggetto potrebbe interrogarsi se trova attraente o no un’altra persona dello stesso sesso. Chiedersi se le coppie omosessuali lo disgustano, fare delle prove guardando materiale pornografico omosessuale per assicurarsi che prova effettivamente disgusto e non eccitazione, masturbarsi in modo compulsivo con materiale pornografico eterosessuale per confermare la sua eterosessualità.
In alcuni casi, si possono anche avere dei rapporti omosessuali per mettersi alla prova e cercare di spazzare via i propri dubbi. Così può accadere che mettendosi alla prova, la persona può sperimentare paura e agitazione, che vengono scambiate per eccitazione. Questo fenomeno rinforza la loro ossessione di essere omosessuali.
Quando sono nelle vicinanze di persone dello stesso sesso, “controllano” il proprio pene per cercare dei segni di eccitamento sessuale. Possono, temere che il contatto con gay, lesbiche, bisessuali, persone effemminate o androgine sia “contagioso e possa attivare la loro omosessualità latente.
Una persona che ha il dubbio di essere omosessuale è molto diversa da una che è realmente gay, perché in questo secondo caso mancano proprio le ossessioni e le preoccupazioni. Inoltre gli omosessuali non provano paura per i propri pensieri, che invece possono suscitare attrazione e interesse.
Il trattamento psicologico dell’ossessione di essere omosessuale
L’intervento terapeutico non mira a dimostrare o convincere il soggetto che non è omosessuale, sarebbe assolutamente inutile, ma di interrompere le tentate soluzioni, che mantengono il problema. Rimanere fedele alle proprie tentate soluzioni sembra l’unica cosa ragionevole da fare.
Il terapeuta strategica aiuta a superare e affrontare questa ossessione in modo che gli sforzi per combattere l’ossessione siano indirizzati diversamente. Si porta il cliente ad allontanarsi da ciò che è logico e istintivo fare quando è comprensibilmente spaventato, agitato, angosciato.
Più si analizzano i pensieri e il corpo per cercare di “capire la verità” e dissolvere il dubbio, più è probabile che i sintomi ossessivi vengano alimentati e rafforzati. L’interazione tra tra l’ossessione e le sue tentate soluzioni costituisce un ciclo che si autoalimenta.
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