Psicologia dell’alimentazione
Perché dimagrire è così difficile?
La Psicologia dell’alimentazione ha come scopo la comprensione dei meccanismi che rendono difficile seguire una dieta. Ancora oggi, nel trattamento dell’obesità, continua a essere trascurata la dimensione psicologica, utile per capire chi è il soggetto obeso, allo scopo di poter migliorare la loro qualità di vita.
Per migliorare la qualità delle persone obese è utile oltre la sola dimensione biologica. Il dimagrimento non può essere inteso solo in termini di calcoli calorici.
La psicologia dell’alimentazione si pone come obiettivo primario di aiutare, dare supporto, a tutte le persone che vogliono portare a termine una dieta.
Lo psicoterapeuta, servendosi di determinate tecniche, aiuta a gestire i comportamenti alimentari problematici attraverso il controllo di quelle emozioni e quei pensieri che ci spingono a mangiare inconsapevolmente.
L’incidenza dell’obesità e di persone in sovrappeso in questi ultimi anni ha conosciuto un incremento molto veloce in tutti i paesi industrializzati.
Dalla seconda guerra mondiale, dove la percentuale di persone obese era bassa, si è arrivati a oggi al dato di fatto che circa un terzo della popolazione è in sovrappeso e la situazione sembra peggiorare. Altro dato che preoccupa è l’obesità infantile, anche qui le percentuali si sono praticamente triplicate.
Continuare a considerare il cibo solo come soddisfacimento di un bisogno primario è molto riduttivo. E’ più utile considerare anche la dimensione psicologica e sociale dell’atto del mangiare.
Il cibo ha per l’uomo significati che vanno oltre la sola funzione nutritiva, come socializzare e intensificare l’appartenenza a un gruppo. A differenza degli altri esseri viventi, a parte i primati, attenti a difendere il loro cibo dai vari predatori, gli esseri umani amano mangiare in gruppo.
La vita sociale spesso si svolge attorno a piatti, tazze e bicchieri, dalla colazione in famiglia, al caffè con i colleghi, da un pranzo d’affari ad una cena romantica o alle mille occasioni di festa dove, a tavola si costruiscono e si consolidano le relazioni.
L’essere umano ha quindi modificato il bisogno primario di nutrirsi in un’opportunità di scambio e di relazioni. In tal senso, è interessante menzionare che il termine “compagno” è composto da cum e panis, cioè colui che mangia il pane con un altro.
Anche il digiuno ha suscitato, in ogni epoca curiosità, ammirazione e timore. L’astinenza volontaria dal cibo è stata sempre vista come dimostrazione di grande forza d’animo e coraggio, usata per scopi politici, religiosi e autocelebrativi.
Gentile visitatore visitatrice, se desidera avere maggiori informazioni sulla psicologia dell’alimentazione o chiedere un supporto. può chiamare al 3470716419 o andare su contatti. Ricevo a Ciampino, via Alessandro Guidoni, a Roma, zona Castro Pretorio,