Claustrofobia con attacchi di panico
La claustrofobia con attacchi di panico è caratterizzata dalla paura degli spazi chiusi. Questa paura può trasformarsi in panico.
Si temono i luoghi che solitamente, non permettono una facile via di uscita nel momento in cui potrebbe sopraggiungere un malore.
Il soggetto claustrofobico ha paura di prendere un ascensore, di stare in stanze troppo strette, evita di percorrere le gallerie, i parcheggi sotterranei. In breve, evita tutte quelle situazioni che potrebbero ostacolare la fuga qualora si dovesse sentire male. Allora tende progressivamente a evitare tutte queste situazioni. Pian piano costringe le proprie abitudini nei limiti sempre più esasperati, del disturbo.
A scatenare l’attacco di panico, come dicevo è proprio la difficoltà o l’impedimento a uscire da un determinato luogo chiuso: l’ascensore, trovarsi in mezzo alla folla, fare le autostrade.
Questo tipo di paura patologica può diventare davvero invalidante. Spesso, infatti, la persona claustrofobica tende a organizzare la vita evitando di tali luoghi o situazioni temute.
Nel caso della claustrofobia con attacchi di panico è proprio quello che si fa per risolvere queso disagio (tentate soluzioni), che mantiene il problema piuttosto che risolverlo.
Le tentate soluzioni funzionano solo nell’immediato. Infatti, evitare di prendere l’ascensore, funziona come riduttore della paura solo nel presente, perché poi porta al peggioramento del disturbo stesso.
Il trattamento psicologico della claustrofobia
Quando la paura restringe notevolmente la nostra vita, siamo di fronte a una forma di patologia, che necessita di essere trattata. Sono i tentativi persistenti di risolvere il disagio psicologico a essere senza che lo sappiamo il nutrimento della nostra problematica.
Rimanere fedeli alle proprie tentate soluzioni sembra l’unica cosa ragionevole da fare. Aiutare a superare o affrontare le paure, in modo che i loro consueti sforzi possano essere indirizzati diversamente.
La psicoterapia strategica parte dall’assunto che l’interazione tra un problema e le sue tentate soluzioni costituisce un ciclo che si autoalimenta. Quindi, il terapeta facendo uso di numerosi stratagemmi terapeutici, è in grado di interrompere il circolo vizioso che mantiene il disturbo fobico. Il terapeuta strategico porta i loro clienti ad abbandonare ciò che è logico e istintivo fare in situazione in cui è comprensibilmente spaventato.
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