L’ipnosi regressiva

Mag 23, 2014

L’ipnosi regressiva

L’ipnosi regressiva ha la sua importanza, perché serve a superare i limiti abituali tipici degli adulti. Far regredire una persona  a uno stato infantile facilità l’apprendimento, la curiosità e il cambiamento.

Questo perché i bambini hanno meno schemi mentali e quindi sono più liberi. In altri termini è utilizzata per creare un atteggiamento mentale più ampio. 

Per far immedesimare l’adulto nel bambino, quindi favorire la regressione del cliente a livello infantile, solitamente il terapeuta narra storie della prima infanzia. Queste descrizioni sono strumenti raffinatissimi che ampliano la mente dell’interlocutore verso nuove intuizioni e nuove soluzioni da utilizzare nel presente, per superare i disagi psicologici.

Raccontare gli sforzi che ha compiuto il bambino nell’imparare a camminare, a parlare, a scrivere a leggere, ha come obiettivo di far rivivere le frequenti frustrazioni che l’apprendimento di un nuovo compito comporta. Rendendo più consapevoli che si possono apprendere nuovi atteggiamenti e nuove abilità. 

L’ipnosi regressiva è d’aiuto, anche perché riporta il cliente a un periodo antecedente all’instaurarsi del problema nevrotico, sconvolgendo, almeno temporaneamente, il suo stabilizzato atteggiamento mentale.

In ipnosi si possono incoraggiare e stimolare i processi che consentono il cambiamento. Il terapeuta crea le condizioni per regredire e la persona svolge il suo lavoro di apprendimento e cambiamento.

L’inconscio è il luogo della risoluzione e del cambiamento del sintomo. In ipnosi i contesti consci e le limitazioni apprese del paziente sono depotenziati.

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