L’omosessualità  non è una malattia

Ago 4, 2015

L’omosessualità non è una malattia

L’omosessualità non è una malattia ma un orientamento sessuale.

L’orientamento sessuale di una persona non può essere modificato, neanche con una psicoterapia, ciò non soltanto è inutile, ma anche dannoso.

I comportamenti sessuali tra persone dello stesso sesso, cioè omosessuali, solo di recente vengono considerati “normali”. Per decenni sull’omosessualità sono state formulate e sostenute teorie scientificamente infondate. Oggi per fortuna parlare di omosessualità in termini patologici, almeno in campo scientifico, sembra quasi preistoria.

Fino a qualche anno fa l’omosessualità era considerata una malattia e classificata come perversione sessuale da curare. Poi negli anni settanta la svolta, quando dal DSM III con un semplice “tratto di penna” scompare l’omosessualità, e come ha affermato Watzlawick, milioni di persone in tutto il mondo, miracolosamente sono guariti.

Nei confronti dell’omosessualità ci sono ancora moti pregiudizi e tanta ostilità. Questo riguarda un po’ tutti: la gente comune, gli esperti, e gli stessi omossessuali, che spesso hanno atteggiamenti negativi nei confronti della propria condizione.

Gli studi sull’omosessualità cambiano direzione e si concentrano sull’omofobia cioè sull’avversione nei confronti delle persone omosessuali. La domanda che l’esperto si pone non è più “perché lei è omosessuale?” Ma, “perché lei ha ostilità, paura, disgusto verso l’omosessualità e gli omosessuali.

Epitteto, filosofo greco vissuto circa 2000 anni fa, affermava che non sono le cose in sé che ci creano problemi, ma le opinioni che abbiamo delle cose. Mai una massima filosofica si è rivelata così profetica come nel caso dell’omosessualità.

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